Articoli filtrati per data: Maggio 2016

Nel precedente articolo Il Copione di vita: la storia della nostra vita scritta da noi stessi! ho spiegato che il Copione è un piano di vita inconscio basato su Decisioni prese ad un qualunque stadio dello sviluppo, che inibiscono e limitano la flessibilità nel risolvere problemi e nel relazionarsi agli altri (Erskine, 1980).

Le Decisioni vengono prese in risposta ai Messaggi di Copione che provengono prevalentemente dai nostri genitori (Stewart – Joines, 2000).

Come vengono trasmessi i Messaggi di Copione?

Ancor prima di essere capace di parlare il bambino interpreta i messaggi non verbali dei genitori. Ha una percezione acuta delle espressioni, delle tensioni corporee, dei movimenti, dei toni di voce. Se la mamma lo tiene stretto e al caldo, il bambino sentirà: “Io ti accetto e ti amo”, ma se la mamma lo tiene rigidamente, un po’ discostato da sé, il bambino può sentire: “Io ti rifiuto e non ti voglio vicino”. La mamma può essere del tutto inconsapevole delle proprie tensioni verso il suo bambino.

Quando il bambino comincia a capire il linguaggio, la comunicazione non verbale è ancora importante e la userà per interpretare le parole dei genitori. Ad esempio, il piccolo Marco porta a casa un nuovo libro ed inizia a leggere, il papà con tono aspro dice: “Hai letto male!”, Marco potrebbe interpretare le parole del papà così: “Non voglio averti intorno”.

I Messaggi di copione spesso sono espressi sotto forma di ordini diretti: “Sbrigati!”, “Non essere stupido!”, “Fai quello che ti ho detto!”. La potenza di questi Messaggi dipenderà da quanto sono ripetuti e dai segnali non verbali che li accompagnano.

Spesso al bambino non viene detto solo ciò che deve fare, ma anche quello che è: “Tu sei la mia bambina”, “Non ce la farai mai”, “Sei brava a leggere”. Il contenuto può essere positivo o negativo, diretto o indiretto: “Non è molto forte, sapete”. Spesso il bambino dà per scontato che tali messaggi siano la realtà e su questi si modella e si adatta.

Quali sono i Messaggi di Copione? Sono i comandi e i permessi.

In Analisi Transazionale definiamo Contro-ingiunzioni i comandi su cosa fare e cosa non fare, più alcune definizioni degli altri e della realtà. Tutti noi ne abbiamo ricevuti moltissimi. Eccone alcuni tipici: “Sii buono”, “Lavora sodo”, “Bisogna lavare i panni sporchi in casa”, “Non si dicono le bugie”.

In riferimento alle contro-ingiunzioni prendiamo delle Decisioni per adeguarci agevolmente al contesto sociale e questi comandi ci aiutano a non urlare a tavola, a non buttare a terra il cibo che non vogliamo… tuttavia ci sono dei messaggi che influenzeranno la nostra vita in modo negativo.

Ecco le cinque contro-ingiunzioni principali:

“Sii perfetto” – “Sii forte” – “Sforzati” – “Cerca di piacere” – “Sbrigati”

Se il bambino sente una coazione a seguire questi messaggi, vuol dire che è convinto di poter essere OK fintantoché obbedisce al comando. Può accadere quindi che da adulto lavorerò talmente tanto sodo da farmi venire un ulcera per lo stress, pur di seguire il comando “Sforzati”, oppure non mi esporrò mai in modo diretto e sarò sempre accomodante verso i desideri altrui, sopprimendo i miei bisogni per obbedire al comando “Cerca di piacere” .

Definiamo invece Ingiunzioni permessi. Le ingiunzioni non sono verbali, vengono avvertite sotto forma di emozioni, di sensazioni corporee e sono rispecchiate nel comportamento. Immaginate una madre con il suo neonato, nell’accudirlo la mamma potrebbe tornare indietro alla sua infanzia e potrebbe provare piacere dallo scambio di carezze, come le piaceva essere accarezzata quando lei stessa era molto piccola. È probabile che il neonato avverta: “Mamma mi vuole e le piace che io sia vicino a lei”. La mamma sta dando al neonato il permesso di esistere e di starle vicino. Tuttavia la mamma potrebbe invece avvertire qualcosa di diverso: “Tutto questo è pericoloso, ora c’è un nuovo bambino che dovrà avere tutta l’attenzione, quando otterrò attenzione io?”. La mamma potrebbe essere spaventata dal nuovo arrivo e potrebbe inconsciamente sentire un rifiuto verso di lui e quindi trasmettere al bambino “Mamma non ti vuole”.

I terapeuti Bob e Mary Goulding (1976) hanno elaborato un elenco di dodici Ingiunzioni base, sulle quali vengono prese le prime Decisioni negative di Copione:

“Non essere” – “Non essere te stesso” – “Non essere un bambino” – “Non crescere” – “Non riuscire” – “Non fare niente” – “Non essere importante” – “Non far parte” – “Non entrare in intimità” – “Non star bene” – “Non pensare” – “Non sentire”

Ad esempio il “Non sentire” può essere modellato da quei genitori che soffrono essi stessi per le loro emozioni e spesso in queste famiglie sono proibite le manifestazioni di emozioni.

Oppure un genitore potrebbe spesso sminuire il pensiero del figlio: Andrea tutto orgoglioso mostra al papà i suoi sforzi per scrivere il proprio nome, il papà storce il naso e dice: “Che genio che sei!”, il padre sta tramettendo l’ingiunzione “Non pensare”.

I Messaggi di Copione non possono costringere un bambino a scrivere il proprio Copione, è sempre il bambino che decide cosa fare dei comandi e dei permessi ricevuti. Può accettarli così come sono, può modificarli, può rifiutarli. I bambini sono attenti osservatori e in particolare osservano la propria mamma e il proprio papà e spesso pensano: “Quale è il modo migliore per ottenere ciò di cui ho bisogno, qui?”. A tal proposito nel precedente articolo definivo il Copione come la migliore strategia che abbiamo trovato da bambini per sopravvivere al mondo. 

Se pensate alla vostra vita sicuramente troverete Comandi e Permessi a voi famigliari e che condizionano la vostra vita quotidiana. Essere consapevoli di questi Messaggi è il primo passo per cominciare ad aggiornare il vostro Copione di vita.

 

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Le Decisioni vengono prese in risposta ai Messaggi di Copione che provengono prevalentemente dai nostri genitori.

Pubblicato in Famiglia e Relazioni

Lo strumento fondamentale per ogni tipo di relazione è la comunicazione. Ma come comunichiamo ai nostri cari? Come mai a volte ci arrabbiamo o siamo a disagio parlando di cose futili?

Vediamo un esempio

Il marito con voce dura e le sopracciglia inarcate: “Dove sta la mia camicia?”
La moglie con voce lamentosa, stringe le spalle, alza le sopracciglia e dice: “L’ho messa nel tuo cassetto!
Nelle transazioni possiamo individuare sempre due livelli di comunicazione: uno sociale (ciò che le persone dicono) ed uno psicologico (ciò che le parole sottendono, i “messaggi nascosti”).

In questo esempio il livello psicologico potrebbe essere espresso in questo modo:
Marito: “Tieni sempre le mie cose in disordine?
Moglie: “Tu mi critichi sempre ingiustamente!
Quasi sempre la nostra reazione emotiva e comportamentale risponde al livello psicologico della transazione. Lo psicologo canadeseEric Berne (1971) afferma che ciò che avviene in seguito ad uno scambio tra due persone è sempre determinato dai “messaggi nascosti” nella comunicazione.

Ma come possiamo capire questi messaggi nascosti?

Berne parlava di un piccolo omino che venuto da Marte scende sulla terra ad osservare le cose terrene. Questo omino non ha alcun preconcetto su cosa intendono significare le nostre comunicazioni ed osserva semplicemente come comunichiamo, poi nota i comportamenti che ne seguono.

Se ci capita di sentirci a disagio o arrabbiati o delusi mentre parliamo con una persona, possiamo provare ad essere questo piccolo marziano, in modo da capire cosa la persona ci sta comunicando e cosa noi stiamo comunicando all’altro.
Per “pensare marziano” è fondamentale osservare i segnali non verbali che ritroviamo nel tono di voce, nei gesti, nell’atteggiamento corporeo, nella respirazione, ecc.
I bambini piccoli leggono intuitivamente questi segnali, tuttavia, crescendo veniamo educati a cancellare questa nostra intuizione (“Non è educato
 guardare fisso la gente mentre parla”). In un certo senso dovremmo ri-esercitarci a notare questi segnali che a volte sono addirittura contrari ai nostri messaggi verbali.

Al fine di mantenere una comunicazione fluida è importante mantenere le transazioni parallele. Ma che sono le transazioni parallele?
Peter con voce pacata e gentile chiede: “Ti andrebbe di passare a prendermi alle 20?”Andy con volto sereno risponde: “Va bene, a piùtardi”
Nelle transazioni parallele i protagonisti rispondono al livello sociale della transazione e i segnali corporei confermano i messaggi verbali della comunicazione.

Invece nelle transazioni complementari le persone rivestono due ruoli, complementari appunto, tipo “genitore-bambino”, “persecutore-vittima”.
Ad esempio il Capo rimprovera e critica Mary, la quale si scusa mortificata. Questo tipo di transazioni sono prevedibili e possono continuare senza fine.
Capo: “Questa lettera la dovevi scrivere su un foglio di carta più piccolo, ti avevo detto di farti un promemoria”
Mary con tono sottomesso: “Ho sbagliato, mi dispiace, in questi giorni ho avuto tanto da fare”

Infine nelle transazioni incrociate si assiste ad una interruzione della comunicazione ed una o entrambe le persone dovranno cambiare il proprio “stato” affinché la comunicazione possa proseguire.
Peter con voce pacata chiede: “Che ore sono?”
Andy si alza, aggrotta le ciglia e dice: “Sei sempre in ritardo!”
In questo tipo di transazione Peter pone una domanda da uno stato che potremmo definire “Adulto” ed Andy risponde da uno stato “Genitore Critico”. I due protagonisti, dunque, non condividono lo stesso “stato” ed è molto probabile che la comunicazione converga in argomenti diversi dallo stimolo di partenza.

Ma quindi esistono transazioni “buone” e “cattive”? In realtà no.

Utilizzare una transazione incrociata, ed esempio, potrebbe essere molto utile nel caso in cui il vicino di casa abbia deciso di raccontarci la sua vita sulla porta dell’ascensore, oppure se Mary decidesse di interrompere la catena comunicativa con il suo Capo, potrebbe incrociare la transazione dicendo:
Mary: “Mi dica per favore su che tipo di carta vuole queste lettere in futuro”.

Ed infine potrebbe essere piacevole utilizzare una transazione complementare con il proprio compagno:
John buttandosi sulla poltrona: “Sono proprio stanco! Me lo faresti un massaggio?”
June con tono carezzevole: “Certo, arrivo subito”.

Secondo Stephen Karpman (1971) possiamo sempre scegliere nuovi modi di comunicare così da interrompere il nostro modo abituale di reagire agli altri. Ogniqualvolta ci sentiamo bloccati mentre comunichiamo, possiamo provare a riflettere su quanto accaduto “come omini venuti da Marte” e scegliere di volta in volta che tipo di transazione utilizzare.

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