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L’adolescenza è la fase della vita durante la quale l’individuo conquista le abilità e le competenze necessarie ad assumersi le responsabilità relative al futuro stato di adulto. Questo periodo di transizione dallo stato di bambino a quello di giovane adulto prevede una costante evoluzione e continue trasformazioni che spesso, dall’esterno, vengono scambiate per volubilità, instabilità, squilibrio e il genitore può trovarsi a percepire il proprio figlio come una persona improvvisamente diversa e “nuova”. Ma quando i rapidi e consistenti cambiamenti causano veramente una fase di disequilibrio che si può protrarre nel tempo? Quali sono i segnali di disagio più frequenti ai quali dover fare attenzione? Le manifestazioni del disagio del ragazzo o della ragazza possono essere rilevati attraverso una serie di segnali dei quali di seguito elenco alcuni dei più frequenti. Ci tengo a sottolineare che non si parla di diagnosi ma di segnali di stati di sofferenza, il cui senso e la cui rilevanza o meno vanno valutati caso per caso:
- rabbia e aggressività (mi arrabbio con estrema facilità, perdo il controllo, odio tutti)
- isolamento rispetto al gruppo dei coetanei (non ho voglia di vedere nessuno, non me la sento di uscire di casa)
- disagio nelle relazioni con i coetanei (non riesco a parlare con gli altri, gli altri, nessuno mi ascolta, non riesco a farmi degli amici)
- difficoltà ad affermare la propria personalità, crisi di identità (chi sono? non mi riconosco più?)
- problemi scolastici (non mi importa niente della scuola, non riesco a dimostrare che sono capace, non sono intelligente)
- disfunzioni nell'alimentazione (non ho fame, il cibo mi ripugna, oppure ho sempre fame, ci sono momenti in cui non riesco a smettere di mangiare, vomito quello che ho mangiato)
- disagio rispetto al proprio corpo (non mi piaccio, sono cambiato e non mi piace come sono adesso)
- dubbi sulla propria identità sessuale (non so se mi piacciono le ragazze o i ragazzi, ho il timore di essere gay, ho il timore di essere lesbica)
- conflittualità con i genitori (non riescono a capirmi, mi trattano come se fossi un bambino, invadono i miei spazi, non li sopporto più)
- angosce e paure (ho paura di stare da solo, in certe situazioni mi blocco, ho paura di quello che gli altri pensano di me)
- ossessioni (ho dei pensieri che mi disturbano e che non riesco a controllare, mi lavo le mani in continuazione, accendo e spengo la luce senza motivo...)
- autolesionismo manifestato attraverso pensieri o veri e propri comportamenti (ho pensato di suicidarmi, penso di farmi del male, mi taglio, faccio cose pericolose, bevo)
- somatizzazioni cioè malessere fisico per cui è stata verificata l'assenza di una causa organica (mi viene spesso mal di testa, mi va a fuoco lo stomaco, ho la pelle sempre irritata)
- sofferenze sentimentali (nessuno mi vuole, chi potrebbe amarmi così come sono)
- difficoltà a riconoscere con chiarezza i propri obiettivi di vita (non so in che direzione andare, non so cosa voglio).