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È davvero giustificata l’enfasi con cui si sottolinea l’effettivo aumento della depressione negli indici epidemiologici?
Il termine depressione ha molti significati.
La depressione, intesa come umore o stato emotivo, fa parte della normale esperienza umana. La distinzione tra umore depresso e depressione clinica, però, non è sempre chiara. Solo una ristretta minoranza di persone presenta sintomi depressivi tali da corrispondere ad un disturbo clinico, molto più numerose sono le persone che fanno esperienza di uno stato d’umore depressivo.
Circa il 40% della popolazione riferisce di aver provato nel corso della propria vita sentimenti di depressone, delusione e infelicità.
Ciascuno di noi aspira a vivere la propria vita con gioia e gratificazione, realizzando non solo il benessere fisico ma soprattutto quello interiore. Tuttavia, la nostra esistenza è segnata da momenti di dolore e questo è inevitabile.
La vita comporta delusioni, fatiche, perdite.
A molti di noi è capitato di perdere una persona cara, di concludere una storia d’amore, di perdere il proprio lavoro o uno status sociale: sono tutti eventi che segnano una crisi nel nostro equilibrio interiore e mettono in discussione i nostri valori.
C’è bisogno di tempo per assimilare le perdite e i grandi cambiamenti: i movimenti psichici richiedono gradualità e una certa lentezza.
Quando parliamo di depressione clinica ci riferiamo a sentimenti di mortificazione, inadeguatezza, fallimento, disperazione, colpa che perdurano nel tempo e che nel tempo possono offuscare il piacere della vita.
Chi soffre di depressione presenta un abbassamento nel tono dell’umore e una riduzione delle spinte vitali. Vengono meno la fiducia nelle proprie risorse e la speranza nel futuro. Attività quotidiane che un tempo erano naturali e fonte di piacere, come accudire i figli, investire nei rapporti sociali, lavorare, fare sport, possono diventare talvolta impossibili.
Il mondo sbiadisce e insieme la voglia di parteciparvi. Tutto sembra rallentare: il proprio corpo, lo scorrere dei pensieri e delle parole, il tempo vissuto.
Tutto questo genera inquietudini e vissuti di ansietà che non danno pace.
Altre volte, la sofferenza può mascherarsi in un corpo “sofferente”, compaiono quindi dolori diffusi, mancanza di appetito, disturbi del sonno, cefalee o preoccupazioni consistenti rispetto alla salute fisica.
La depressione clinica è quindi caratterizzata da una significativa accentuazione nell’intensità, pervasività e durata di emozioni e sentimenti altrimenti normali nella vita di ognuno di ciascuno di noi (“mi sento giù“, “oggi ho un umore nero“, “mi sento afflitto edeluso“).
Credo di essere depresso, cosa devo fare?
Tanti sono i fattori che possono dare origine a questa forma di sofferenza. È importante innanzitutto riconoscere la depressione come una patologia.
I farmaci per quanto efficaci su molti sintomi depressivi, non sono risolutivi, in quanto non agiscono sui fattori profondi che portano una persona a ripiegare nella depressione.
Questi aspetti inconsci sono meglio affrontabili con un percorso di psicoterapia. Quest’ultima in particolare può offrire uno spazio di accoglienza e riconoscimento dei propri vissuti, che sostiene la persona in un percorso di conoscenza di sé volto a mettere in parola quel dolore tanto ingombrante e per riaccendere quella scintilla di vita che sembra momentaneamente perduta.