Spesso si confonde il supporto e il sostegno che offre un amico che ci vuole bene, che ci conosce e ci propone dei suggerimenti, dal ruolo svolto da uno psicoterapeuta in un percorso professionale di terapia. La comprensione, la vicinanza e il supporto che si ricevono da un amico, sono molto diverse da quelle che si ricevono da un terapeuta.
La relazione terapeutica è una relazione reale tra due persone che interagiscono nel qui ed ora, in uno spazio condiviso all’interno di un contesto definito da regole. Dunque, è un rapporto tra due individui che si impegnano a lavorare per un obiettivo comune, ciascuno con il proprio ruolo e competenza specifica e partecipano in modo attivo e responsabile al processo terapeutico, all’interno di una relazione paritaria.
Il compito principale del terapeuta è quello di facilitare il processo di autoconsapevolezza del paziente, per permettergli di riprendersi il proprio potere personale e di esercitarlo proprio in quelle situazioni in cui sperimenta disagio o malessere. Il terapeuta evita di sostituirsi al paziente e non offre indicazioni e suggerimenti sul modo di risolvere i problemi.
È fondamentale che nella relazione terapeutica ci sia un sincero clima di accettazione e comprensione, dunque, il terapeuta deve saper cogliere i significati profondi del paziente, rispettandone la soggettiva individualità, al fine di evitare di incorniciare il paziente stesso e il problema presentato all’interno di una propria struttura di valori e convinzioni.